martedì 15 maggio 2012

COSA STA SUCCEDENDO IN FACOLTA'? Riunione con il Vicepreside Violani e una lettura della situazione della facoltà di Psicologia

Mariacristina Nutricato
Giuseppe Saracino

Questo resoconto ha l’obiettivo di riflettere e proporre degli interrogativi sugli ultimi eventi accaduti all’interno della nostra Facoltà da un anno a questa parte, eventi che stanno creando confusione, spaesamento, rabbia, voglia di capire e di reagire a tutto ciò che sta succedendo. Parlando e confrontandosi con altri studenti che di tale situazione hanno una percezione, ci sembra che il modo in cui gli ultimi avvenimenti si stanno avvicendando stia provocando un forte senso di vuoto e di perdita da parte sia degli studenti ma anche da parte di un gruppo di docenti. In particolare ci stiamo riferendo ai cambiamenti che sono seguiti all’accorpamento con la Facoltà di Medicina. Non crediamo che necessariamente questo accorpamento sia la causa di tale situazione (per quanto condividiamo le tesi presentate lo scorso anno, per cui questo rappresenta un disorientamento rispetto all’identità accademica e professionale della psicologia), ma crediamo che il modo in cui esso è stato portato avanti finora sia una delle cause di questo clima. Sentiamo quindi la necessità di provare a ricostruire e leggere la direzione e gli effetti di questo anno, che ha avuto come apice l’incontro dello scorso martedì 24 Aprile. Vogliamo partire proprio da quest’ultimo incontro.

In tale data infatti, è stato indetto dal vicepreside  vicario Violani un incontro aperto a tutti i docenti e gli studenti dell’area psi della facoltà di Medicina e Psicologia per presentare i cambiamenti organizzativi della nostra facoltà. I punti all’ordine del giorno erano principalmente tre: con il primo sono state presentate novità (alcune delle quali già in atto) come la nuova procedura di prenotazione agli esami tramite infostud e il relativo rifiuto del voto;  la nuova modalità di organizzazione delle sedute di laurea, anche questa già attiva da settembre; fino ad arrivare all’obbligo per ciascun docente di avere almeno un’ora di ricevimento per gli studenti a settimana e altre questioni del genere. Con il secondo punto si è affrontato il tema della “copertura” ovvero la capacità del corpo docente di coprire le cattedre e gli insegnamenti per ogni corso di laurea. Con il terzo si è parlato del nuovo calendario delle sedute di laurea: rispetto a questo per le triennali i periodi utili a laurearsi saranno Marzo, Luglio e Settembre mentre per gli studenti delle magistrali/specialistiche sono Dicembre, Marzo e Luglio. Si è parlato inoltre della riduzione dei posti d’accesso alle magistrali: che nei corsi magistrali di “Psicologia clinica della persona, delle organizzazione e della comunità”  e di “Psicologia dinamico-clinica, dell’infanzia, dell’adolescenza e della famiglia” da 160 passeranno a 120 come tutte le altre magistrali. Infine è stata presentata la questione del test d’ingresso alle magistrali: l’accesso a queste infatti dal prossimo anno sarà regolato da un test che prevede 90 o 100  domande con risposte a scelta multipla, 10 per ogni settore disciplinare (ad esempio per quanto riguarda i settori M-PSI07 e M-PSI08 che rappresentano i settori relativi a psicologia clinica e psicologia dinamica, ci saranno per ognuno di questi 10 domande relative ad argomenti di queste discipline). Il punteggio finale sarà ricavato dal risultato del test che darà maggior peso alle domande relative ai settori disciplinari di pertinenza della magistrale scelta. Tale punteggio verrà sommato alla modalità di calcolo in vigore fino allo scorso anno accademico, relativo ai voti presi nei settori disciplinari caratterizzanti il corso di Laurea magistrale scelto.


L’incontro, come già detto, era rivolto sia a studenti che a docenti, e ha creato una certa attesa da parte dei primi, non solo di avere informazioni relative ai cambiamenti per il prossimo anno accademico, ma anche di poterne capire il senso, i criteri che li hanno guidati e di poter quindi discuterne.

Noi studenti siamo ormai abituati a vivere il nostro percorso universitario in balia di continue riforme che cambiano e spesso stravolgono i nostri percorsi formativi. Per quanto riguarda la nostra facoltà rintracciamo, come già detto, nell’accorpamento a medicina un momento decisivo per la situazione che si è venuta  a creare. Come dicevamo ci troviamo di fronte ad una situazione di grande confusione e di quasi anarchia a causa dei continui stravolgimenti delle normali prassi che regolano la vita universitaria: il problema è che nell’ultimo anno queste sono continuamente cambiate senza mai essere state comunicate per tempo, tramite canali ufficiali e soprattutto neanche lontanamente dibattute con gli studenti che invece si ritrovano sempre colpiti da voci di corridoio che gettano allarme, rabbia e un grande alone di mistero sul chi e perché le cose stiano cambiando. Partiamo da settembre quando molti di noi si stavano per laureare e a 10 giorni dall’inizio delle sedute di laurea ha cominciato a diffondersi la voce che queste sarebbero state anticipate. Grande allarmismo e spaesamento da parte di studenti e professori che non sapevano più come organizzarsi. Di fatto, in gran fretta ci siamo laureati tutti ma la procedure di discussione e proclamazione sono state diverse da quelle solite. Ci siamo adeguati certo ma anche questo ha disorientato studenti e familiari degli stessi. Andiamo avanti ed in autunno assistiamo allo stravolgimento del calendario didattico e degli appelli previsti per ciascun anno. Ora le lezioni partono in un periodo anticipato, gli appelli si riducono e le sessioni utili sono dicembre, gennaio, aprile,maggio, luglio e settembre. Vengono menzionati anche dei corsi di recupero dopo il primo appello di aprile. Perché tutto questo? Chi prende queste decisioni? Ed in ultimo, perché non è stato comunicato per tempo in modo da permettere a tutti (studenti e professori) di potersi organizzare?  Enorme confusione da parte di noi studenti. Ci cominciamo a riunire per cercare di capire..soprattutto ci chiediamo dove sono i rappresentati di facoltà degli studenti. Tramite questi avremmo potuto sapere e capire da chi siano state prese queste decisioni e perché. Ci informiamo ma riceviamo riposte contraddittorie nonostante le nostre domande siano poste alla presidenza, al vicepreside Violani e ai “rappresentati” stessi (quelli che siamo riusciti a contattare), fonti formali e attendibili dunque! (?) Ad esempio ci viene detto che questi sono decaduti dopo l’accorpamento ma poi si scopre che risultano assenti ingiustificati sui verbali di CDF, dunque ancora in carica. In generale la sensazione che si ha è che tutto debba essere deciso, approvato e reso operativo di gran fretta senza che nessuno sappia. Riusciamo comunque ad organizzarci e tramite un’istanza formale una delegazione di studenti può partecipare al consiglio di facoltà ed ad ottenere almeno un appello di esame in più.  Dopo questa situazione le assemblee degli studenti diventano sempre meno partecipate e si ritorna ognuno al proprio studio e percorso fino ad Aprile quando, sempre le solite voci di corridoio, ma anche professori informati, ci informano appunto sui cambiamenti relativi alle modalità di accesso alle magistrali e al diminuire del numero di posti disponibili in alcune di queste. Anche queste sono questioni importantissime per il percorso formativo di uno studente: cambiano il senso del percorso, impongono vincoli e limiti forti alla sua strutturazione ma questa volta il vicepreside vicario Violani indice finalmente una riunione per presentare il quadro di tutti i cambiamenti organizzativi che hanno invaso e invaderanno ancora la nostra facoltà. Si può ora immaginare con quale attese gli studenti abbiano partecipato alla riunione. Queste continue e radicali modifiche continuamente apportate nel corso di mesi, mai presentate, chiarite né discusse con tutte le parti che partecipano alla facoltà, mai introdotte per tempo nemmeno sul sito, hanno gettato studenti, professori e personale della segreteria in una grande confusione ed in un profondo senso di impotenza. Tutto sembra calare dall’alto in modo misterioso. Crediamo quindi che l’indizione di questa riunione del 24 Aprile potesse essere un momento davvero importante e necessario per fare chiarezza su tutto quello che stava accadendo e anche affinché gli studenti, i professori e la dirigenza potessero finalmente conoscere, confrontarsi, discutere ed ognuno per propria competenza partecipare alla negoziazione delle decisioni che investono la facoltà. uesto è un piccQ

La presenza degli studenti è stata molto ampia (l’aula 1 era quasi piena), a differenza invece dei docenti che erano circa una decina. L’incontro ha però sin da subito assunto la forma di una semplice comunicazione di informazioni. Le nozioni da comunicare sono state divise in tre macroaree ed esposte in modo frettoloso e schematico, spesso leggendo slides e a nostro avviso, senza essere sostenute da argomentazioni valide. Le uniche motivazioni addotte sono state lo stato di emergenza in cui è ridotta la nostra facoltà, che quindi necessità di interventi istantanei, che questi sono basati sulle procedure di tutte le università europee (?) e su criteri statistici. Queste argomentazioni ci sembrano abbastanza povere nella misura in cui non forniscono criteri specifici per la “nostra facoltà”, non sono pensate in virtù di un’idea di riforma più ampia della formazione al suo interno, non sono collegate a nessuna dimensione contestuale e lavorativa insomma. Sono povere perché crediamo che modificare l’organizzazione formale delle attività in base alle prassi di tutte le università europee non basti e non sia una garanzia di miglioramento perché la nostra facoltà non è “tutte le università europee” ma ha una sua storia, problemi e risorse tutti contestuali. Se si continuerà a procedere così gli studenti che studiano e frequentano i corsi, i docenti che insegnano e l’intera facoltà non verranno mai visti come una risorsa per poter sviluppare al meglio la nostra Università. Inoltre non capiamo il clima ostile e aggressivo nei confronti di professori e studenti che ha attraversato tutta la riunione. Molte infatti sono state le domande poste da questi e spesso sono state aggirate e azzittite in malo modo. I professori che comunicano agli studenti quali sono le decisioni della giunta sono stati minacciati di provvedimenti. Ribadiamo di non capire perché le decisioni prese dagli organi collegiali (anche se qui potremmo sollevare dubbi e confusione sul modo di deliberare di giunta e CDF) non possano essere diffuse e perché si neghi ogni possibilità di confronto nonostante si indica una riunione per discutere. In questo momento sono poco chiari infatti funzioni e limiti di competenza dei cari organi dirigenziali (per fare luce su queste questioni, anche in merito alle decisioni sulla riduzione dei posti alla magistrali, un gruppo di studenti si sta riunendo settimanalmente. Questo è il link del gruppo di Facebook dove trovare maggiori info). Crediamo che non si sia riusciti a sfruttare questo momento assembleare nonostante ce ne fosse un gran bisogno. A nostro avviso la facoltà ha necessità di informazioni chiare, di criteri che guidino davvero questa istituzione, di validi progetti formativi e professionalizzanti che orientino i corsi di laurea. Ha bisogno di capire davvero cosa sta facendo in questo momento di forte disorientamento: che tipo di laureati forma, se forma professionisti, in che rapporto è con il territorio, con la domanda sociale e con il mondo del lavoro. Ha bisogno di discussioni che coinvolgano tutti i suoi attori, argomentazioni valide e anche di dati, per poter davvero cominciare a pensare criteri che guidino cambiamenti e non di semplici dati statistici. Fare questo è sicuramente più faticoso e difficile ma crediamo sicuramente più produttivo ed utile, per non parlare dei benefici che avrebbe sul clima universitario. Non capiamo perché si cerchi in tutti i modi di evitare di discutere con studenti e professori mentre forse questa sarebbe l’unica strada per cercare di dare un senso condiviso e produttivo ai cambiamenti da apportare alle magistrali.

Questo clima dunque non ha permesso di approfondire molte delle problematiche sollevate  che quindi rimangono tuttora senza risposta. Vorremmo provare a recuperarle e ad argomentarle in questo resoconto, così che non cadano nel vuoto e possano darci e darvi la possibilità di rifletterci su.

In generale i contenuti su cui c’è stata maggiore perplessità sono stati: la riduzione degli accessi e l’inserimento del test di accesso. In un momento in cui è stato svalutato nel sentire comune della facoltà il valore professionalizzante dei corsi triennali, messo ulteriormente in ginocchio dalla decisione della facoltà di passare definitivamente a triennali “culturali” ( non si capisce tuttore a quale cultura si faccia riferimento) per quale motivo non garantire ai propri studenti l’accesso alla magistrale? Crediamo che questa domanda non può cadere nel vuoto e che la Facoltà in questo momento dovrebbe tener conto di questa problematica e non liquidarla com’è stato fatto. La risposta data dal vice preside e dal suo entourage è stata che in questo momento non ci sarebbero risorse sufficienti a garantire una buona qualità della formazione per un numero così alto di studenti (160 per corso) e che è ovvio e nientemeno statistico che è più facile formare 120 studenti piuttosto che 160. Ma i corsi di Laurea cosa ne pensano? I docenti interessati a tale cambiamento sono di questa convinzione o meno? E qualora si scoprisse che in uno o entrambi i corsi di laurea coinvolti nei tagli non c’è questa convinzione, perché non lasciare loro autonomia di decisione? Inoltre che tipo di formazione viene spesa nei singoli corsi di Laurea? Cogliendo un aspetto parziale di quest’ultima domanda, abbiamo consultato la percentuale di laureati che trovano lavoro nei 3 anni successivi alla Laurea e abbiamo notato come proprio i corsi magistrali di   Psicologia clinica della persona, delle organizzazione e della comunità e di Psicologia dinamico-clinica avrebbero adeguate risorse, garantirebbero una maggiore percentuale di inserimento lavorativo paragonati agli altri corsi di Laurea (dati Almalaurea 2012). Ci rendiamo conto che questo dato è parziale, ma ci chiediamo come mai la statistica a cui si fa riferimento non prenda in considerazione questo dato. Se si è realmente interessati all’inserimento lavorativo dei propri studenti e alla loro formazione, come mai non viene affrontato seriamente tale tema, riducendo proprio i corsi, che per i dati che l’università ha, sono i più professionalizzanti? …tali domande attendono ancora risposte…

Ulteriore questione riguarda l’aver introdotto un test di accesso alla magistrale e i suoi criteri, su questi il vice preside si è preso l’incarico di indire una riunione apposita per discutere su di essi…
La motivazione data rispetto a tale nuovo strumento è che negli ultimi anni, i precedenti criteri di accesso penalizzavano gli studenti con molti anni fuori corso e non garantivano l’accesso a studenti che nonostante un buon curriculum accademico, avevano molti anni di ritardo. Niente da dire! Ciò che ci lascia un po’ perplessi è l’idea di merito che si cerca di far passare, idea connaturata ai criteri stessi di tale test. Il vice preside ha detto che ad occuparsi di questo “quiz” sarà la stessa commissione che si occupa dei test di accesso alla triennale che stileranno una serie di domande e di item uguali per tutti i corsi di Laurea. Inoltre queste domande seguiranno delle linee guida che (non abbiamo capito bene in che senso) corrispondono ai fondamenti che stanno alla base delle nuove triennali culturali (badate bene: non alla base delle triennali da cui proverranno i prossimi studenti che si accingeranno a svolgere questo test). Il forte dubbio che abbiamo è che un test del genere non meriti realmente i più preparati, ma selezioni in base a dei criteri nozionistici che non tengono conto delle differenze di ciascun corso di Laurea ma che sia un mosaico o un riassunto di tutti questi. Perderebbe di senso quindi uno strumento che diversamente pensato potrebbe essere utile non solo per i corsi Magistrali ad avere un riscontro su risorse ed eventuali punti critici, ma anche, per lo stesso motivo, per i corsi Triennali. Dunque pensiamo che possa essere uno strumento di verifica della formazione offerta al triennio e allo stesso tempo uno strumento di pianificazione per la formazione magistrale. Sposando questa linea si sarebbe potuta lasciare autonomia ai singoli corsi di Laurea magistrale di progettare un meccanismo di selezione maggiormente corrispondente a degli obiettivi formativi, coinvolgendo studenti triennalisti e magistrali nel pensare a costruirlo. Ma perché non seguire questa linea? Perché non darsi del tempo maggiore per pensare a qualcosa che migliori realmente la qualità della nostra formazione? Perché tanta fretta e nessun tipo di condivisione fatta precedentemente?

Inoltre, perchè fare finta che corsi di Laurea diversi preparino allo stesso modo, per cui il test può essere uguale per tutti? Sembra che la direzione della nostra Facoltà sia quella di dover ridurre al minimo la varietà dell’offerta formativa (ridurre le triennali, ridurre gli accessi a triennali e magistrali, chissà ridurre anche i corsi magistrali…?..supposizione, da tenere presente), come già è stato fatto per le triennali, perché non se ne comincia a parlare in maniera più allargata, favorendo un dibattito orientato a trovare dei criteri condivisi tra docenti e studenti?

Da quanto visto in questa riunione, dai modi sopracitati e dalle tempistiche con cui tali incontri vengono indetti, crediamo che non ci sia intenzione né tanto meno interesse a prendere linee condivise da parte dell’attuale dirigenza. Oltre ad augurarci un’illuminazione sulla via di Damasco da parte degli organi dirigenziali ed un  magico cambiamento Associazione Libera intende lavorare quindi cercando di favorire proprio una discussione su questioni interne che la facoltà in questo momento sta trascurando, ma di cui crediamo abbia grandi risorse. Il tema che intendiamo porre al centro del dibattito tra studenti e docenti è quello della formazione e ci stiamo organizzando per proporre delle attività che vadano in questa direzione e di cui a breve vi proporremo il contenuto.


Vignetta ad opera di "Verità Non Credibili"

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