giovedì 22 dicembre 2011

La proposta di costruire un gruppo

Negli ultimi due contributi presenti in questo blog (il post di Stefano Zanfino sul prodotto e l'analisi critica di Marco Mascioli sulla rappresentazione nel processo di cambiamento organizzativo dell'università)ho trovato dei spunti molto interessanti che vorrei provare a sviluppare. Partiamo dall'analisi critica. Nell'ultima pagina vengono citati due indicatori di verifica della formazione che propongono una ottica diversa con cui guardare alla formazione: il livello di occupazione post-laurea^1 e quello di soddisfazione per l'impiego. Il guardare a questi due indicatori può, per esempio, essere utile li dove si vuole inferire se ce ne si fa qualcosa di quello che si produce, in un certo senso se è spendibile sul mercato. Guardando ad un cliente. Un'ottica molto diversa dal "più velocemente ne sforno e meglio sono (loro o io università?)" che sembra animare l'ottica di premiare chi fa più laureati e meno di quelli fuori corso. Non perché sia un'indicatore inutile, anzi. Ma perché, come detto dal collega, se visto come un fallimento organizzativo, del modo con cui studenti e formazione si rapportano è un conto, se visto invece come un'indicatore del grado mancanza di punzecchiamento sulla pigrizia dei studenti è un'altro.

A questo punto mi sposto sul contributo di Stefano Zanfino.

Riprovo a ridefinire il suo post in una frase.

Il gruppo come funzione conoscitiva metodologicamente orientata alla definizioni di obiettivi che fondino un'intervento contestualizzato.

Riprendo e sviluppo la frase in parte ricalcando il post in parte aggiungendo del mio.


lunedì 19 dicembre 2011

Sapienza, Palestra di vita

Il cortometraggio "PALESTRA DI VITA", scritto e diretto di Giancarlo Fontana, è stato pubblicato su YouTube il 12 ottobre 2008... lo ripeschiamo nell'idea che contenga elementi interessanti sull'assetto culturale del nostro ateneo.



ll video ci dà ottimi spunti di riflessione.
Ottimo "schiaffo" sulla percezione comune della realtà, uno dei punti principali sui quali stiamo ponendo l'attenzione, come base del "viaggio" che abbiamo insieme intrapreso.
Cito Jerome Kagan a questo proposito: 


"Non possedere alcuna aspettativa di ciò che è normale".


La realtà della Sapienza deve essere il nostro campo d'azione, ma in una logica circolare di co-costruzione.
Allo stesso modo in cui, purtroppo, la popolazione studentesca viene influenzata [molto spesso da disservizi e "disfunzioni"], noi studenti dobbiamo iniziare un processo di costruzione di una consapevolezza comune che ci porti ad una presa di coscienza su quanto il sistema universitario possa essere funzionalmente, da noi tutti, influenzato.

(di Marco Morra)

domenica 18 dicembre 2011

Manutenzione del gruppo, manifesto e proposta per un prodotto

di Stefano Zanfino

Volevo partire innanzitutto dalla riflessione di Marco Mascioli (che trovate in questo commento) sul costruire qualcosa in maniera condivisa. Due passaggi a mio parere sono particolarmente significativi:

"Leggo più che altro le questioni sollevate come proposta per riflettere su quella "difficoltà di studenti che si incontrano a comunicare e a condividere vari punti di vista", di cui parla Giuseppe nel precedente intervento. Difficoltà che è generata proprio dal riconoscere che non ci sono soluzioni immediate e che la "costruzione" e la "condivisione" non sono facili da raggiungere e non sono date una volta per tutte."

"Cominciare a definire intanto chi siamo noi e quali obiettivi ci poniamo, è un modo per costruire o per chiuderci? Se fossimo in cento, anzichè in quindici, saremmo maggiormente in grado di chiarirci le idee perchè "più teste, più idee", oppure ci confronteremmo comunque con la confusione di riconoscere che ancora non sappiamo cosa stiamo andando a costruire?"

Ciò di cui si parla qui è esattamente l'idea che provavo ed esporre nella scorsa assemblea, ovvero la necessità di definire le proprie caratteristiche di gruppo per aiutarci a dare forma a ciò che intendiamo e possiamo costruire attraverso la condivisione di idee. Caratteristiche che vanno dalle funzioni agli strumenti, dalle risorse fino ai confini: nulla di questo va dichiarato una volta per tutte, ma a mio parere è utile che ogni elemento sia indagato di volta in volta, parallelamente alla definizione e ri-definizione degli obiettivi. E' un processo di continua manutenzione del gruppo che, lungi dall'essere una regola vista come obbligo, può configurarsi come un metodo che passo dopo passo possa aiutarci a leggere la realtà in maniera consapevole e funzionale, nel senso di utile a ri-orientare il gruppo verso obiettivi costruiti.

sabato 17 dicembre 2011

De rappresentazione. Riflessione poco concisa sui modelli di lettura della realtà

di Marco Mascioli

Nello scrivere questo resoconto parto da un presupposto e da un pretesto. Il presupposto è quello del divertimento: non nel significato classico di svago, intrattenimento o evasione, ma in quel movimento che recupera il suo senso nelle radici etimologiche del divergere, come “messa in discussione” della convenzione e dello status quo attraverso l’assunzione di una prospettiva altra.  Divertimento che, in quest’ottica, può diventare, oltre che modo di stare nel gruppo, metodo d’indagine in grado di coniugare la nostra soggettività – dunque il nostro investimento personale – con l’oggetto che di volta in volta sarà al centro della nostra attenzione, sia esso lo statuto di Ateneo, il futuro regolamento didattico, l’Osservatorio, o questo gruppo. Oggetto che preso come “dato una volta per tutte”, esistente in sé e immodificabile, può apparirci scontato, sterile e noioso; ma che se messo in discussione può diventare punto di partenza per ri-pensare la nostra facoltà e, perché no, per proporre un cambiamento. Nel produrre questo testo io mi sono divertito. Vi invito perciò a prendere le mie riflessioni sui dati che vi presenterò, non tanto come analisi obiettiva (anche perché carente di tutta una serie di conoscenze  “tecniche” di cui non dispongo), ma come gioco, ovvero come traccia per ulteriori riflessioni, approfondimenti e correzioni. 
Pretesto, invece, sono le parole del commento di Luca al resoconto di Giulio de Felice del 13/12 [lo trovate qui]: “Un supporto che aiuterà sicuramente a rendere evidenti gli errori di un corpo dirigente che non può avvalersi di statistiche passate relative a valutazioni di altre facoltà o corsi di laurea”. Riprenderò in seguito queste “statistiche passate relative a valutazioni di altre facoltà”. Ma cominciamo dalla cima. 

CONTINUA IN UN FILE .doc CHE POTETE TROVARE E SCARICARE QUI

giovedì 15 dicembre 2011

Secondo resoconto riunione studenti di Psicologia del 13/12

Questo secondo resoconto della riunione di martedì 13 dicembre è stato scritto da Simone Schirinzi.

Nella assemblea di ieri (13/12/11), è stata posta sul punto della comunicazione, in quanto, dai commenti avvenuti durante la settimana, si è notato l'uso di una terminologia specificatamente Clinica poco comprensibile, o poco chiara, per tutti gli student* che volessero entrare nel dibattito. Anche nella bozza del "manifesto" pubblicato dai partecipanti della scorsa assemblea si è notata una specificità di linguaggio che è stata ipotizzata ugualmente poco chiara. Considerando che uno dei valori su cui si è deciso di basare questo gruppo di lavoro studentesco Associazione Libera è quello della comunicazione, si è deciso di usare un linguaggio meno selettivo e più chiaro in modo tale da permettere a chiunque di partecipare alle discussioni sia in assemblea che nelle varie piattaforme di discussione.
Altro argomento rilevante è stato il tipo di identità che si vuole dare a queste assemblee: il dilemma consiste nell'identificare i partecipanti a queste assemblee come gruppo chiuso (anche se la parola più esatta a mio parere sarebbe 'definito') o come gruppo aperto ('non definito'). Una importante distinzione che va discussa, considerando che l'una implicherebbe un certo tipo di organizzazione che con l'altra non è possibile: la prima potrebbe, ad esempio, implicare una suddivisione di compiti tra le persone presenti con costanza nell'assemblea, mentre nell'altro una ri-organizzazione, volta per volta, a seconda dei presenti. E' importante ribadire che l'assemblea rimane quello spazio libero e aperto agli studenti per discussioni e confronti che nella precedente riunione si era affermato; qualsiasi sia l'identità che prenderà.
Tornando a questioni più pratiche, l'idea dell'Osservatorio è stata ben accolta da tutti ed ora ci si organizzerà per vedere in quale modo e con quali funzioni "metterlo in piedi". Per fare ciò si deve aspettare il 15 dicembre, data in cui uscirà il regolamento didattico di facoltà che ci permetterà anche di sapere le modalità per le elezioni dei rappresentanti degli studenti.
Per la questione degli appelli si sta approfondendo la questione se la sessione di Febbraio è considerata straordinaria per tutti gli anni avvenire o se sin dal prossimo già si può farla inserire come appello ordinario facendo slittare anche il calendario didattico del secondo semestre.

[NOTA: perché un secondo resoconto? Nell'idea condivisa che più resoconti si hanno, e meglio è: non solo si dà spazio anche concreto alle pluralità di visione di uno stesso avvenimento, ma magari questo può aiutare a vedere il resoconto non come qualcosa che sia il più oggettivo e "ufficiale" possibile, ma che invece riconosca di essere inevitabilmente e utilmente soggettivo, che dia informazioni a partire non solo da cosa dice, ma anche da chi lo scrive. In questo senso assume importanza il fatto che ogni resoconto sia firmato dall'autore]

mercoledì 14 dicembre 2011

Resoconto riunione studenti di Psicologia del 13/12

Questo un resoconto, scritto da Giulio de Felice, dell'assemblea tenutasi martedì 13 dicembre, dalle 17 alle 19, in Aula 1.


--- questione rappresentanti : 
dopo il 15 dicembre uscirà il regolamento didattico di facoltà e con esso le procedure per eleggere i rappresentanti degli studenti e per l'istituzione dell'organismo studentesco: "osservatorio" o similia. 
--- questione "osservatorio" studentesco: procediamo con l'istituzione di questo organo studentesco come da regolamento didattico (speriamo!), in alternativa ci muoveremo al fine di occupare le "postazioni" dedicate agli studenti redatte nel nuovo regolamento didattico che come suddetto uscirà intorno al 15 dicembre p.v.
--- questione linguaggio: 
ci impegniamo in un uso meno tecnico del linguaggio psicologico-clinico favorendo una apertura di questo spazio , di quello del martedi in facoltà , di questo blog che ci impegniamo a far fermentare , insomma della comunicazione fra studenti in generale.
--- questione appelli: 
giuseppe saracino e giulio de felice portano avanti la questione per capire se l'appello di febbraio è considerato ,per ogni anno accademico, di recupero.In tal modo da poter chiarire l'eventualità del reinserimento di tale appello nell'anno accademico che verrà, con relativo spostamento in avanti del calendario didattico in riferimento al secondo semestre.
--- questione manifesto: 
stefano zanfino et.al. portano avanti questo processo di definizione del gruppo di lavoro studentesco del martedi che si è pragmatizzato nello stilare il manifesto e modificarlo nelle parti controverse emerse ogni martedi; contribuendo a fornire un identita a questa "associazione libera" tenendo sempre conto degli obiettivi di lavoro, del prodotto psicologico che per mezzo dell'"associazione libera" riunita ogni martedi in facoltà dalle 17 alle 19 in aula 1 , si materializza in scelte , proposte , idee , prese di posizione; le quali, emerse in quel luogo, fanno fallire ogni martedi di più l'organizzazione universtaria fondata sul potere che al suo interno non prevede uno spazio per gli studenti ed i loro prodotti.

giovedì 8 dicembre 2011

Resoconto riunione studenti di Psicologia del 06/12 (prima bozza su cui costruire il Manifesto)

Dagli scambi dell'assemblea di oggi sono usciti un po' di punti. 
Sulla base delle riflessioni congiunte dei precedenti incontri abbiamo cominciato a srotolare la matassa di problemi e risorse di cui ci componiamo e che abbiamo messo in condivisione a partire da un mese.
Nonostante fossimo in 12 abbiamo deciso di rimanere e discutere per un paio d'ore.

Abbiamo concordato alcuni punti, da mettere in atto, al di là di ciò che si potrebbe pensare, riflettere e dialogare con le parti che vogliamo coinvolgere, ovvero docenti, vicepresidi e responsabili dell'organizzazione didattica e amministrativa della nostra formazione all'Università.
Abbiamo sentito l'esigenza di darci una traccia guida per partecipare alle nostre assemblee o meglio per autorganizzarci; diciamo una specie di "manifesto" di un movimento studentesco che all'interno della nostra facoltà si è disgregato.
Con la presente proviamo a dare forma tramite il valore della condivisione e della comunicazione del pensiero ad un movimento che è cominciato, o meglio si è generato, o meglio ancora, rigenerato.

Di seguito il discorso assumerà intenzionalmente in alcuni tratti una forma psicologica, nel senso che alcune parole utilizzate saranno le stesse che fanno già parte di una competenza psicologica di cui c'illudiamo riconoscere solo al conseguimento del titolo di laurea, ma che formano e informano il nostro percorso formativo già in itineree.

Nell'introduzione è già presente uno dei valori che si è riconosciuto nucleo originario del movimento: la realizzazione e la costruzione di uno spazio condiviso in cui promuovere il pensiero come chiave e strumento di lettura comune.
In linea con questo siamo attivi nell'informarci e creare quello strumento che viene chiamato Osservatorio, che prenderà forma e caretteristiche dal nostro contesto di formazione, ovvero ex Psicologia 1.

In accordo nel dare una struttura alla comunicazione siamo arrivati all'esigenza di dare forma ad un confine, un contenitore, o meglio un setting, che veicola la prospettiva del dialogo, nello specifico: "questo non un contenitore di lamentela fine a sè stessa, questo è uno spazio interattivo di condivisione di idee, in cui ognuno porta qualcosa"

Tale punto nasce in risposta alla fantasia di partecipare a questo movimento con il fine di portare una problematica personale o collettiva affinché si trovino all'istante risposte o soluzioni. Rimandiamo quindi alla dimensione processuale di un'azione con l'obiettivo che caratterizzi la struttura stessa della Facoltà, e non emerga solo marginalmente in relazione a situazioni di emergenza e nuove difficoltà.

Facciamo della comunicazione il nostro setting e promuoviamo idee tramite canali informatici, aggregativi nelle sue forme di assemblea, gruppi di discussione e gruppi di ricerca nonchè opuscoli e volantini.

In conclusione decidiamo di chiamare prodotto psicologico questo manifesto perché, riconoscendone valore di formazione ne verrà ri-prodotta l'impronta e lo spirito, in ogni futuro contesto di condivisione e aggregazione istituzionale e non.


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Alcuni chiarimenti, precisazioni, comunicazioni (sono 4 punti, se vi annoiate già leggendo il primo, almeno date un'occhiata agli altri).

1) Questo è un resoconto dell'assemblea di martedì 6 dicembre redatto da uno dei partecipanti a quella riunione. Vuole essere uno dei possibili condensati (comunque parziale e soggettivo) delle discussioni che hanno preso corpo in quelle due ore, discussioni entro le quali è emersa tra le altre cose la necessità di creare, attraverso uno sforzo congiunto, un documento unitario e condiviso o se vogliamo un Manifesto, che sia utile a darci i primi punti fermi rispetto a possibili obiettivi e modalità che questo "movimento studentesco" (per citare il resoconto), o comunque lo si voglia chiamare, è in grado di costruire. Sottolineerei ancora SFORZO CONGIUNTO: questo resoconto viene pubblicato nell'idea di dare spunti per l'elaborazione di un pensiero che prenda forma attraverso il dibattito, il più possibile ampio, nel luogo primario dell'assemblea (la prossima è MARTEDI' 13, ORE 17, AULA 1), nonchè in questi spazi virtuali di discussione (notato il tasto "Commenta" più sotto? Ne consiglierei e ne auspicherei vivamente l'uso, da parte di tutti)

2) Proprio al fine di rendere il dibattito più accessibile possibile abbiamo pensato a creare un ulteriore spazio possibile di condivisione e comunicazione, che proponiamo come punto di riferimento principale: questo blog, http://associazionelibera.blogspot.com/ . Un blog ancora completamente da costruire, attraverso i suggerimenti e le idee di tutti, pensato, oltre per chi non ha facebook, per rendere meno dispersiva la pubblicazione dei contenuti (contenuti che, meglio ripeterlo, chiunque può proporre). Il blog ha un nome, Associazione Libera, e un sotto-titolo "Nuove interpret-azioni della facoltà di Psicologia". Anche questi, volendo, possono essere messi in discussione.

3) Ulteriori informazioni sull'Osservatorio Studentesco, organo di rappresentanza ad ampia partecipazione, che era in vigore almeno nella ex-facoltà di Ingegneria civile, guardate qua: http://www.ing.uniroma1.it/index.php?option=com_content&task=view&id=668&Itemid=178 . Ne riparleremo MARTEDI' 13, ORE 17 in AULA 1.

E' importante comunquei precisare che l'Osservatorio, se chiediamo che venga riconosciuto come Organo ufficiale di Facoltà, non sarà solo un 'contenitore', ma uno STRUMENTO CONCRETO (ad ampio accesso per tutti) per far sì che anche gli Studenti abbiano un RUOLO (e un peso) in quegli organismi di facoltà con funzione decisionale. Ulteriore precisazione. L'Osservatorio Studentesco E' un organo PREVISTO dal nostro Statuto d'Ateneo (lo trovate qui, Art. 9, comma 3). Ogni facoltà può averne uno ed è considerato un ORGANO DI FACOLTA'.

4) Lo immaginereste? La prossima assemblea è MARTEDI' 13 DICEMBRE, alle ORE 17, in AULA 1. Se siete interessati alle proposte di discussione abbozzate in questo resoconto, e se credete che uno spazio di condivisione di idee creato e gestito dagli studenti (nonchè, è bene sottolinearlo come elemento importante, da psicologi in formazione) possa essere utile e produttivo, allora la vostra partecipazione è essenziale. Auspicando che diventi un appuntamento fisso, come un punto di riferimento per le comunicazioni e le proposte della popolazione studentesca di Psicologia