sabato 17 dicembre 2011

De rappresentazione. Riflessione poco concisa sui modelli di lettura della realtà

di Marco Mascioli

Nello scrivere questo resoconto parto da un presupposto e da un pretesto. Il presupposto è quello del divertimento: non nel significato classico di svago, intrattenimento o evasione, ma in quel movimento che recupera il suo senso nelle radici etimologiche del divergere, come “messa in discussione” della convenzione e dello status quo attraverso l’assunzione di una prospettiva altra.  Divertimento che, in quest’ottica, può diventare, oltre che modo di stare nel gruppo, metodo d’indagine in grado di coniugare la nostra soggettività – dunque il nostro investimento personale – con l’oggetto che di volta in volta sarà al centro della nostra attenzione, sia esso lo statuto di Ateneo, il futuro regolamento didattico, l’Osservatorio, o questo gruppo. Oggetto che preso come “dato una volta per tutte”, esistente in sé e immodificabile, può apparirci scontato, sterile e noioso; ma che se messo in discussione può diventare punto di partenza per ri-pensare la nostra facoltà e, perché no, per proporre un cambiamento. Nel produrre questo testo io mi sono divertito. Vi invito perciò a prendere le mie riflessioni sui dati che vi presenterò, non tanto come analisi obiettiva (anche perché carente di tutta una serie di conoscenze  “tecniche” di cui non dispongo), ma come gioco, ovvero come traccia per ulteriori riflessioni, approfondimenti e correzioni. 
Pretesto, invece, sono le parole del commento di Luca al resoconto di Giulio de Felice del 13/12 [lo trovate qui]: “Un supporto che aiuterà sicuramente a rendere evidenti gli errori di un corpo dirigente che non può avvalersi di statistiche passate relative a valutazioni di altre facoltà o corsi di laurea”. Riprenderò in seguito queste “statistiche passate relative a valutazioni di altre facoltà”. Ma cominciamo dalla cima. 

CONTINUA IN UN FILE .doc CHE POTETE TROVARE E SCARICARE QUI

2 commenti:

  1. Riflessione veramente interessante, io la considerei un vero e proprio articolo. Innanzitutto direi che andrebbe divulgato il più possibile, perchè dà una lettura veramente alternativa di ciò che sta avvenendo e molto puntuale nei termini di documentazione. Attiva una grande riflessione sulla questione della valutazione all'interno della Facoltà. Credo si potrebbe ampliare con considerazioni sui criteri presi per valutare la ricerca presso l'università, dunque presso i vari Dipartimenti. Vorrei aggiungere un dato : durante la presentazione fatta in estate della riorganizzazione della Didattica, sono stati utilizzati dal Vice-preside proprio dei dati sul raffronto tra le due facoltà di Psi come quelli che hai riferito tu, oltre che la media voti differente, per avallare un discorso di maggiore efficacia ed efficienza con la nuova organizzazione della didattica. Buona lettura a tutti!!

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  2. Credo anch'io, come Giuseppe, che questo "articolo" possa essere rifinito e ampliato dal gruppo (ottima l'idea dei dati sulla valutazione della ricerca, anche se forse lì si potrebbe addirittura pensare di scrivere un pezzo a sé) in modo da renderlo ancora più valido e completo di quanto già non sia.
    Divulgarlo poi sarebbe il passo successivo ideale, potrebbe anche benissimo essere utilizzato per avviare un dibattito reale con chi si è fatto portatore e garante di quell'idea di valutazione nella nostra facoltà (e nel nostro ateneo... guardate qui: http://www.uniroma1.it/ateneo/governo/team-qualit%C3%A0 ---> il Team Qualità della Sapienza, fra cui spicca il nome di Cristiano Violani, si basa per la sua azione su criteri che meriterebbero più di uno sguardo... potremmo discuterne martedì!)

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