lunedì 2 gennaio 2012

Resoconto assemblea del 20 dicembre (ovvero Dialogo immaginario con un lettore)

di Stefano Zanfino

Caro lettore,
chi sei? Come sei capitato qui, che cosa stavi cercando, cosa ti aspettavi di trovare?
Perdona questo interrogatorio iniziale, probabilmente ti suonerà atipico o fuori luogo in un resoconto di un'assemblea. Ma man mano che entreremo dentro i temi sui quali l'ultima riunione si è incentrata, ti sarà (spero) più chiaro il senso di quelle domande.

Innanzitutto, dunque, introduciamo la situazione: l'ultima assemblea si è svolta in aula 1, martedì 20 dicembre, dalle 17,45 alle 19. I tre quarti d'ora di ritardo sull'inizio, dovuti in parte alla preparazione di un cartellone comunicativo (presto, caro lettore, ad opera finita, ne parleremo sul blog) hanno fatto sì che l'ultimo quarto d'ora della riunione diventasse una rocambolesca e affrettata enumerazione dei diversi argomenti dell'Ordine del Giorno che dovranno trovare spazio nella prossima riunione (il 10 gennaio, caro lettore). Ebbene sì, un Ordine del Giorno sembrava utile redigerlo in modo da avere chiaro fin dall'inizio ciò che nella riunione poteva essere affrontato, permettendo così una decisione sui tempi da dedicare ai diversi argomenti. Peccato che chi proponeva questo tentativo di Ordine del Giorno (il sottoscritto) abbia contraddetto le sue intenzioni leggendone solo il primo punto, il quale ha letteralmente fagocitato la prima ora dell'assemblea. Qual era questo punto? Quali gli argomenti rimandati alla prossima riunione? SUSPENCE, caro lettore, nella speranza che ti induca, in maniera dichiaratamente manipolatoria, a continuare a leggere.




Bene, contento che tu sia ancora qui. Il primo punto all'Ordine del Giorno, primo di tanti,  era "Questioni tecniche blog", un modo decisamente ermetico per esprimere la necessità di definire, in fretta prima dell'inizio della "vera" riunione, alcuni aspetti pratici dello strumento di comunicazione con l'esterno che abbiamo deciso di utilizzare. Peccato che questa visione dell'argomento sottostimava un particolare molto importante, caro lettore: il fatto che le idee di "comunicazione" e, soprattutto, di "esterno" fossero tutto tranne che condivise da chi partecipava all'assemblea.

Già, ma ora ti chiederai caro lettore, CHI era che partecipava a quest'assemblea. Ebbene, voglio accontentare questo tuo desiderio, non elencandoti nomi e cognomi, ma facendoti sapere che eravamo 11 persone, una delle quali partecipava alla riunione per la prima volta; meno persone rispetto alle altre riunioni, comunque tutte persone che in qualche modo hanno durante le settimane parlato al di fuori della riunione stessa, sia attraverso indirizzario e gruppo facebook privato dedicato ai partecipanti alle assemblee, sia per i corridoi della facoltà... Forse ti chiederai a che cosa ti possono servire queste informazioni, caro lettore, o forse avrai già cominciato a sbuffare per la lunghezza di questo scritto, scorrendo sotto alla ricerca di informazioni utili su ciò che in questa assemblea si è fatto in relazione ai problemi della nostra facoltà. Voglio rassicurarti, caro lettore, non pretendo di saperne più di te, non ho una risposta certa su quali informazioni siano utili e quali no, ciò che faccio è IPOTIZZARE che avere un'idea più precisa del PROCESSO che sta dietro a questo blog, e a questo scritto, possa essere utile a qualcuno che a quelle assemblee ancora non ha partecipato.

Ma sto divagando. "Comunicazione" ed "esterno", dicevamo. Chi è l'"esterno"? E come pensiamo di "comunicarci"? Domande non così banali, all'interno di un gruppo "costruito" e non "dato", legittimato da un qualche potere o istituzione. Mi permetto ora di rimarcare l'ovvio, caro lettore: l'"esterno" sei tu. E "comunicare" con te è quello che sto facendo io, in questo momento, in una forma paradossale, quella del dialogo a una via, in cui vado avanti immaginandomi le tue risposte, e continuando a parlare di conseguenza.

Ma su questo ritornerò. Ora sintetizzo ciò che è emerso a riunione, per non far diventare questo resoconto davvero troppo lungo. La discussione, dicevamo, dalle semplici questioni tecniche si è subito ampliata verso le nostre diverse percezioni del possibile utilizzo dello strumento blog, a partire da differenti visioni di questo fantomatico "esterno".
E' emersa prima di tutto la considerazione del blog, per voce di Edoardo, come un'interfaccia con l'esterno che dovesse rispettare una sorta di "canone" di fruibilità per risultare funzionale, un canone indicativamente provato a definirsi ad esempio con resoconti di assemblee corti, incisivi, chiari nel linguaggio, il più possibile "oggettivi" e concreti nel descrivere tutto ciò che emerge dalle riunioni in modo da incitare il dibattito nei commenti, oltre a favorire la lettura da parte di un frequentatore internettiano, mi verrebbe da dire, implicitamente visto come frettoloso e facilmente distraibile.
L'altra visione del blog, esplicitata inizialmente da me, ripresa a mio modo di vedere sotto altri aspetti da Marco e Domenica, è quella di uno strumento utile, tra le altre cose, ad esplicitare un processo che possa fornire informazioni utili su ciò che accade e potrebbe accadere in uno specifico contesto (la nostra facoltà), nell'idea che questo processo sia in grado di portare a dei prodotti (come ad esempio questo blog e le riflessioni in esso contenute). Rientrano ad esempio all'interno di questa visione resoconti soggettivi, personali, riflessivi, spesso probabilmente meno chiari, dichiaratamente volti ad illuminare il processo di costruzione del gruppo.
Sento il bisogno di chiarire un punto, caro lettore. Non mi interessa difendere la mia visione a scapito dell'altra, anzi; tant'è vero che a riunione, dopo un'ora di discussione, non solo nessuna delle due è prevalsa sull'altra (ci si potrebbe aspettare questo in un conflitto fine a se stesso), ma si sono mi pare modellate l'una con l'altra, nel confronto fra somiglianze e differenze delle visioni della realtà a esse sottese. Credo che entrambe le visioni abbiano un significato interessante nella loro origine, abbiano dei limiti, ma soprattutto portino delle informazioni importanti che vanno indagate, anche attraverso il dibattito che spero prosegua, nelle assemblee e qui sul blog. In particolare, trovo interessantissima la fantasia dell'immaginato navigatore "distratto", che un po' tutti ci troviamo a condividere e che ci influenza inevitabilmente.

Ma ora, caro lettore, provo a spiegare il motivo di questo giochetto del dialogo immaginato. Non solo mi sembrava pertinente al tema portante dell'ultima assemblea, ma mi pareva anche potenzialmente utile a far venire fuori, almeno parzialmente, le fantasie che avrei di un ipotetico esterno, che non essendo mai venuto a un'assemblea, dovesse leggere questo resoconto. Ovviamente, chiunque mentre scrive qualcosa, lo fa tenendo bene a mente chi è il destinatario e regolandosi di conseguenza; io ho solo provato a rendere esplicito questo processo per porre l'accento sulla paradossalità che, mi sembra, questo possa assumere nel momento in cui l'idea del destinatario è assolutamente VAGA. Sei uno studente di psicologia, di questo posso esserne (abbastanza) sicuro (dopo aver visto che abbiamo dei contatti dalla Germania, dalla Russia e dall'Ucraina, in realtà non sono più sicuro di niente). Questa informazione però non mi porta a inferire granchè altro: non so che corso fai, non so di che cosa ti interessi, non so perché hai deciso di entrare in questo blog. Più nello specifico: non so se leggi o no i post lunghi, non so se la SUSPENCE può indurti o no a continuare a leggere, non so se stai sbuffando o meno, non so che cosa ti stai chiedendo mentre leggi. Non so chi sei, nè che cosa ti aspettavi di trovare qui, anche se mi interesserebbe tanto saperlo e ho per questo avuto l'impulso di chiedertelo provocatoriamente all'inizio di questo post. Eppure scrivendo cedo alla tentazione di immaginarmi tutto questo, senza nessun tipo di sicurezza sulla veridicità di ciò che sto immaginando (al punto che se rendo esplicito il processo questo appare anche abbastanza ridicolo), eppure regolandomici di conseguenza. E mi trovo, sulla base di queste mie fantasie che ti attribuisco, a provare a definire come dev'essere un blog per risultare a te fruibile, interessante, utile.

Ed è una definizione che ha un preciso senso (se fondata però su un feed-back reale) se so quantomeno il motivo preciso per il quale dovrei risultare a TUTTI (quindi anche a TE) fruibile, interessante e utile. Ma dubito fortemente che tutti gli studenti di psicologia abbiano la stessa identica idea di ciò che è fruibile, interessante e utile. Penso piuttosto che abbiamo a che fare con un contesto eterogeneo e disuniforme, credo dunque che i contenuti di questo blog, espressione più che parziale di questo contesto, siano ed è bene che siano eterogenei e disuniformi. Post lunghi, post corti, post medi, scritti con il linguaggio che si ritiene opportuno, sull'argomento che si ritiene opportuno. Solo l'immergerci in questa eterogeneità, l'imparare a conoscerla, potrà servire a definire i limiti che man mano renderanno il blog, come l'assemblea, strumenti sempre più funzionali, nel loro essere legati al contesto in cui si situano. Contesto reale, realmente esplorato, e non solo immaginato.

Esempi di questa eterogeneità di contenuti possibile nel blog (travalico ormai del tutto il contenuto della riunione per lasciarmi andare a delle proposte, i due o tre sopravvissuti a questo punto mi diranno cosa ne pensano): post di riflessione sulla nostra facoltà, sulle sue dinamiche, sulle sue peculiarità, contraddizioni e disfunzioni; o sull'intero ateneo, come sul sistema universitario italiano, e sulla particolare posizione del soggetto studente all'interno di esso; post sulla situazione della psicologia in Italia e nel mondo; post con semplici consigli e segnalazioni di materiale interessante, libri, articoli, e soprattutto seminari e convegni, così poco e male pubblicizzati nella nostra facoltà... queste sono solo le prime, superficiali idee di come potrebbe declinarsi uno scambio comunicativo fecondo tra studenti di psicologia, ovviamente tutto da costruire all'interno del contesto principe dell'assemblea.

Ancora, possibili contenuti del blog sono eventualmente i dibattiti derivanti dagli argomenti che non hanno trovato spazio nella scorsa assemblea e che verranno ripresi nella prossima (martedì 10 gennaio, ore 17, aula 1). Argomenti che qui sinteticamente riporto, caro lettore, chiudendo così il mio immaginato, farlocco dialogo con te, e sperando che essi possano funzionare da pretesto per aprire altri dialoghi, reali, ben più interessanti e produttivi di questo.

1) Riflessione di Marco Mascioli (qui) sui criteri di valutazione delle università virtuose: che ne pensiamo?
2) Proposte di Luca de Santis: documentare in qualche modo le riunioni, cartella "eventi" sul blog con elencati i vari problemi / falle che la nostra facoltà ci sputa addosso ogni giorno. Che ne pensiamo?
3) Il cortometraggio postato sul blog (qui): che ne pensiamo?
4) Il Team Qualità della Sapienza (qui), e tutto il tema sulla valutazione della qualità dei corsi: che ne pensiamo?
5) Dai verbali degli scorsi Consigli di Facoltà è uscito fuori che dall'anno prossimo verranno introdotti i test per l'accesso alla magistrale: che ne pensiamo?
6) Onnipresente questione Osservatorio & Rappresentanza: novità?
7) Lucia ci aveva accennato di una causa vinta dagli studenti contro l'università di Pavia... ci darà altre informazioni nella prossima assemblea.
8) Giorno e orario della riunione vanno ridiscussi anche in base ai calendari delle lezioni del secondo semestre.

Nessun commento:

Posta un commento